“Io voglio andare al Giro!” esclamava senza condizionale, convinto, un ragazzino appena sedicenne. Un
episodio che raccontano in paese. Nessuno fa caso ad una esclamazione piuttosto assurda, frutto forse di una
grande fantasia adolescenziale. Ed invece “la pulce lucana”, uno dei nomignoli che appartiene a Domenico
POZZOVIVO, tornante dopo tornante si allontana dal piccolo borgo natìo e con i suoi 165 centimetri di
potenza e nervi ha riscritto la storia della sua amata Basilicata portando i suoi sapori e le sue tradizioni in
tutto il mondo: come in una manzoniana poesia dall’Olanda alla Spagna, dall’Australia all’Argentina, si è
sempre distinto per serietà ed umiltà, qualità prima umane e poi agonistiche.
“Voi forse siete sorpresi, io no. L’inverno scorso ho lavorato bene per riscattare una stagione sfortunata. Mi sento tornato al livello del 2012, quando a Lago Laceno vinsi una tappa del Giro. E, finalmente, sono lì con i migliori”
"Corriere della Sera"
“Questo sport ti insegna a non mollare mai. Puoi cadere, ma ciò che conta è rialzarsi sempre: è il nostro mestiere”
"Avvenire"
"La bici è come il pianoforte: strimpellare, non basta”
"Avvenire"
“Ma devo tutto anche a mia moglie che mi è sempre stata vicina nei successi come nelle difficoltà. Due anni fa si spaventò molto vedendo da casa in Tv la mia caduta: a terra, col volto insanguinato e dopo aver perso i sensi... Ho avuto infortuni che mi hanno anche tolto l'autonomia: senza mia moglie non ce l'avrei fatta"
"L'avvenire"